Quando abbiamo fatto un profumo che sapeva di mare non era il mare soltanto che volevamo catturare. Quali ricordi ci hai messo dentro?
La crema solare e gli anni ottanta, la canzone che passavano alla radio… quanti anni avevi quell’estate che stai riannusando adesso sulla pelle.
E già però devo essere stato capace d’ascoltarti. Mi son dovuto appoggiare a qualche essenza sintetica per scomporre e ricomporre il tuo ricordo. (Lo so che ti ho già detto che per me senza i naturali un buon profumo non si fa, ma qualche tua memoria non l’ho trovata tra oli essenziali ed assolute…)
Mi rimane da considerare però qualcos’altro: il profumiere così si avvicina maggiormente alla figura del filosofo greco… Mi vien da ridere un pochino, non è che un naso cerchi tramite la sua arte di capire e comprendere i segreti che governano i fenomeni dell’universo mondo. Però, se me lo concedi, alcuni profumieri condividono coi filosofi quel perenne innamoramento, sempre costantemente in tensione verso qualcosa che non riusciamo ad afferrare mai veramente. Anche la profumeria ha il suo IperUranio, il suo mondo ideale di Forme perfette.
Per fare questo noi profumieri cerchiamo spesso di correggere quelle imperfezioni che si trovano nel mondo materiale fino a trovare la forma sublimata degli odori.
Cerchiamo di codificare e ripetere il Bello… e non è forse questo una forma di godimento intellettuale? Il Bello ed il Buono dell’IntelLetto, Il Piacere dell’Intelletto.
Forse questo è un piacere veramente riservato a pochi, riflettere è faticoso. Non è diretto ed immediato e non passa attraverso sensazioni o ricordi. Richiede riflessione e riflettere fa male.
Cara amica a questo punto però devo chiederti perdono. Sto idealizzando troppo il mio mondo e mi dimentico che gli esseri umani spesso e volentieri se ne fottono del Bello e del Buono; anche se devo ammetterlo, nel mondo del profumo è ancora viva e vegeta una forma di discriminazione immediata (scegliamo istintivamente gli odori che riteniamo belli mentre difficilmente scegliamo un cattivo profumo da indossare tanto quanto indosseremmo un brutto abito solo perché è di moda) discriminazione che in altre forme artistiche è caduta preda di ideali politici, mode e tendenze.